1954-1955: LA MANCATA
INTITOLAZIONE DELLA SCUOLA INFERMIERE ALLA PRINCIPESSA MAFALDA DI SAVOIA
Varese,
anno 1954. In occasione del decimo anniversario della morte nel campo
di concentramento nazista di Buchenwald della principessa Mafalda di
Savoia, i monarchici di Varese diedero il via ad una raccolta fondi con
l'ambizioso obiettivo di raccogliere 20 milioni di lire, per acquistare
interamente l'arredamento della Scuola Infermiere che l'Ospedale civico
stava per costruire. La costruzione dell'edificio sarebbe costata
all'Ospedale 45 milioni di lire e la sottoscrizione dei monarchici
avrebbe permesso di risparmiare una cifra davvero considerevole per
quegli anni. Nessun altro si era offerto di contribuire e, grazie ad un
accordo con la dirigenza dell'Ospedale, si era deciso di intitolare la
nuova scuola alla secondogenita del Re Vittorio Emanuele III, proprio
nell'anniversario della tragica morte. Il tutto era stato
ufficializzato, tanto che il Prefetto aveva autorizzato l'intitolazione
con un decreto. I monarchici organizzarono una grande manifestazione
presso il teatro Impero di Varese, affollato oltre ogni immaginazione, alla quale partecipò la Medaglia d'Argento
al V. M. e grande invalido Carlo Delcroix, allora deputato del Partito
Nazionale Monarchico. L'evento ebbe grande eco, forse troppa, tanto da
infastidire i politici varesini di allora i quali, facendo pressioni al
Prefetto, lo portarono a ritirare l'autorizzazione concessa in precedenza.
Il fatto diede il via ad un'aspra polemica. Ovviamente i monarchici non
avrebbero più contribuito al progetto, essendosi trovati di fronte ad
uno scenario stravolto rispetto agli accordi presi. Dopo un grande
dibattito, la Scuola
infermiere venne costruita e i costi
dell'arredamento furono a carico della pubblica amministrazione. Non
venne dedicata a nessuno. Il Segretario generale (monarchico) dell'Ospedale, per
"sigillare" questa triste vicenda, chiuse tutta la documentazione
dell'intitolazione (mancata) alla Principessa Mafalda in una
cassettina che venne cementata nelle fondamenta dell'anonima scuola.
Agostino
Savoia, memoria storica dei monarchici varesini, allora appena
diciassettenne, partecipò alla manifestazione monarchica con Carlo
Delcroix e raccolse alcuni articoli di giornale che ha gelosamente
custodito per oltre sessant'anni. Si tratta di tre articoli del
quotidiano indipendente del mattino "LA PATRIA" (giornale di
orientamento monarchico) del 20, 27 gennaio e 3 febbraio 1955, nei
quali si denuncia il fatto, facendo nome e cognome del funzionario
democristiano che si oppose all'intitolazione. Poi viene dato spazio
alla replica dello stesso e si è continuato a seguire gli strascichi
delle polemiche. Savoia ha custodito anche un articolo de "La Voce
delle Prealpi", settimanale dei democristiani di Varese, nel quale si
attacca con toni volgari la testata che aveva denunciato il fatto. Non
sappiamo se il dirigente DC abbia poi querelato il giornalista de "La
Patria" e come sia andata a finire la faccenda. Sappiamo solo che, per
odio antimonarchico, Varese non ha avuto una scuola dedicata ad una
Principessa morta in un campo di concentramento e la politica ha
preferito sborsare un sacco di soldi pur di non sentire parlare di Casa
Savoia. Chissà mai che prima o poi venga recuperata quella cassetta
cementata nelle fondamenta della scuola. Noi riproponiamo gli articoli
consegnatici da Agostino Savoia, che abbiamo trascritto per evitare che
questa faccenda venga dimenticata.
LA TRASCRIZIONE DEGLI
ARTICOLI DI GIORNALE:
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